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PER UN’EUROPA COMUNITA’ DI DESTINO
Nell’ora più buia l’Unione europea ritrovi lo spirito dei Padri fondatori

 

Le circostanze eccezionali che l’Europa sta attraversando richiedono risposte rapide, efficaci ma anche lungimiranti, proporzionate ai pericoli che ci minacciano: non solo la pandemia, ma anche il ritorno del nazionalismo. Se non sapremo sconfiggere entrambi questi pericoli il progetto europeo sarà perduto.

Nonostante lo sforzo delle istituzioni comunitarie – che pure hanno messo in campo interventi eccezionali e ingenti risorse, e stanno approntando altre iniziative importanti – le vicende di questi giorni mostrano che l’Unione europea è ancora tenuta in una situazione di debolezza dagli Stati membri, che mantengono nelle loro mani il monopolio delle decisioni politiche Per questo l’UE non ha gli strumenti per dare una risposta univoca nell’emergenza sanitaria e non ha gli strumenti indispensabili di solidarietà tra cittadini che caratterizzano ogni vera comunità politica. In questo modo il virus del nazionalismo si diffonde.

Questa debolezza può essere letale. Se ne può uscire solo rimettendo al centro del confronto il progetto federale, nella consapevolezza che l’Europa è una comunità di destino. La soluzione è quella di capovolgere il rapporto tra Stati membri e Unione, togliendo ai primi il monopolio dell’azione politica, innanzitutto nella sfera della solidarietà; e attribuendo all’Unione europea il compito e gli strumenti per agire direttamente, anche in questo campo.

Oggi l’Europa ha bisogno di mettere in campo tutte le sue risorse per dare una risposta comune alla crisi lanciando un grande piano europeo di rinascita. In questa prospettiva diventa ormai ineludibile la questione di avviare quanto prima l’emissione di debito comune (Eurobond). Non esiste, però, un’istituzione europea in grado di garantire completamente tale emissione. Oggi, il debito comune potrebbe solo essere garantito in ultima istanza dai bilanci nazionali. Anche per questo all’interno dell’Unione parlare di debito europeo provoca reazioni opposte; e per questo non possiamo parlare di solidarietà tra i cittadini, ma solo tra Stati.

Per creare quella solidarietà tra cittadini che serve ad affrontare le sfide comuni, diventa allora necessario affrontare il problema di una fiscalità europea federale. Vale a dire, occorre creare una capacità fiscale autonoma dell’UE che possa esercitarsi direttamente (senza l’intermediazione degli Stati membri) sull'economia europea e sui cittadini europei, per alimentare un bilancio federale e fornire beni pubblici europei. Ovviamente questo implica porre il problema di una revisione dei Trattati, dato che si tratterebbe di mettere in campo l’attribuzione di una competenza fiscale all’Unione europea. Al Parlamento europeo, con la Commissione, dovrebbe essere attribuito il potere sia di decidere autonomamente come reperire risorse proprie, sia, di gestire autonomamente anche l’emissione di debito europeo, offrendo una garanzia comune per affrancarsi dai bilanci nazionali.

La competenza fiscale dovrà accompagnarsi anche all’estensione delle competenze e all’attribuzione di nuove, esclusive o concorrenti, in settori e politiche che necessitano una regia europea (nel quadro della corretta applicazione del principio di sussidiarietà), come alcuni aspetti delle politiche in campo sanitario e di welfare, o la politica industriale, la ricerca e l’innovazione, l’immigrazione e l’ambiente, insieme alla difesa. In questo modo l’Unione europea diventerebbe effettivamente capace di mettere in campo un grande piano di rilancio rafforzando i settori strategici che lasciati al solo livello nazionale non riescono ad essere pienamente sviluppati; e darebbe così risposte concrete alle esigenze e alle aspettative dei cittadini.

Inserire nel dibattito in corso il rilancio del processo di unificazione europea, con una proposta federalista chiara e concreta mirata a dare risposte strutturali al problema che appare come più urgente in questo momento è un contributo indispensabile anche per sostenere e indirizzare i negoziati sul Quadro finanziario pluriennale, in cui si assiste troppo spesso al muro contro muro dei governi nazionali perché le proposte vengono soppesate sulla base non del beneficio collettivo, ma del costo per il proprio Paese. Invece i negoziati devono essere rilanciati con urgenza e ambizione, per aumentarne la capacità anche oltre l’1,3% chiesto dal Parlamento europeo, sfruttando tutte le opzioni possibili a Trattati esistenti.

Inoltre, mettere oggi in cantiere la creazione di un primo nucleo di potere politico federale, già mentre si è impegnati a fronteggiare l’emergenza, è anche l’unica possibilità di riprendere al più presto il cammino delineato dalla Conferenza sul futuro dell’Europa, per trasformarlo in un vero processo costituente che porti ad un Patto costituzionale federale.

Ci rivolgiamo pertanto a tutte le forze democratiche convinte che non esiste un futuro per nessun Paese membro fuori dell’Unione europea; agli esponenti dei governi che stanno cercando di trovare i migliori strumenti per agire insieme come Europei, in questo momento drammatico; al Parlamento europeo, come unica istituzione eletta direttamente dai cittadini europei, e ad ogni parlamentare europeo, perché sostengano questa proposta, la sola in grado di dare all’Unione europea le basi per ripartire più forte dopo questa crisi.

Come ha sostenuto il Presidente Mattarella “Sono indispensabili ulteriori iniziative comuni, superando vecchi schemi ormai fuori dalla realtà delle drammatiche condizioni in cui si trova il nostro Continente”. E’ in gioco il futuro dell’idea stessa di Europa. Le prossime scelte determineranno in modo irreversibile il nostro destino. Oggi, o mai più, è il momento di riprendere il cammino indicato dai Padri fondatori per far sentire a tutti i cittadini che siamo una comunità di destino.

Documento approvato dalla Direzione nazionale del MFE il 4 aprile 2020.


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