Sopravviverà l’euro? Alcuni dicono (sperano?) di no (si vedano in proposito i commenti apparsi su Die Spiegel - Sbatti il greco in prima pagina -, Frankfurter Allgemaine Zeitung - È ora di tornare a casa -, e lo studio del Tesoro britannico). Altri individuano il nodo che sarebbe necessario sciogliere per garantirne la sopravvivenza, cioè creare un’unione politica, ma dichiarano apertamente di non volerlo sciogliere, come ha fatto Gideon Rachman nel suo articolo sul Financial Times (Political union cannot fix the euro, 20-06-11). Altri infine denunciano la follia di voler mantenere le sovranità nazionali dopo aver creato la moneta europea, come ha fatto il governatore della Banca centrale olandese Nout Wellink: "You can say that the decision-making mechanism in Europe, in terms of calls for unanimity in times of crisis, does not work. There are moments when (national) sovereignty needs to be dismantled… My personal view is that we should be working towards political integration"; oppure come ha ribadito Joschka Fischer in occasione di un recente seminario svoltosi a Londra. Ma questi ultimi purtroppo non danno indicazioni su come promuovere una efficace e credibile azione politica su questo terreno: come spesso è già accaduto in passato, le denunce alle storture europee vengono da chi è giunto a fine mandato (come il governatore olandese) oppure da chi non ricopre più importanti incarichi di governo (come Fischer). Ovviamente ben vengano simili denunce, ma sarebbe ora che alle parole incominciassero a seguire dei fatti concreti, degli impegni precisi su fronti specifici, come quello della costruzione della federazione europea in quella che ormai è con sempre maggiore evidenza destinata a rimanere una Unione (confederazione) allargata sempre più debole e lontana dai cittadini; e
II 6 novembre si è svolto a Rimini, presso la Fiera Ecomondo il convegno "La posizione dell’Europa e le proposte dei movimenti e delle organizzazioni della società civile in vista della Conferenza dell’ONU sul clima di Cancún". Il convegno è stato organizzato dalla Commissione nazionale ambiente del MFE, dal Centro Einstein di Studi Internazionali di Torino e dall’Istituto di Studi sul Federalismo e l’Unità Europea "Paride Baccarini", con il patrocinio del Parlamento europeo, della Commissione europea, del Comune di Rimini, e con la collaborazione di CIME, AICCRE e AEDE.
Lamberto Zanetti ha coordinato e presieduto i lavori del Convegno, a cui hanno partecipato Jeremy Rifkin, con un video, Roberto Palea, Angelo Consoli, Alberto Majocchi, Vittorio Prodi, Liliana Digiacomo e Maurizio Gubbiotti. Nell’introdurre i lavori del Convegno Lamberto Zanetti, coordinatore della Commissione nazionale ambiente del MFE e Presidente dell’Istituto di Studi sul Federalismo e l’Unità Europea “Paride Baccarini”, ha ricordato che la Commissione nazionale ambiente del MFE già da tempo organizza convegni sulla riconversione ecologica dell’economia e della società e anche l’anno scorso ha lavorato per far giungere a Copenaghen le proposte del MFE, che a Rimini vengono ripresentate e arricchite dai relatori presenti, con la partecipazione in video di Jeremy Rifkyn, che appoggia con entusiasmo l’iniziativa federalista.
Ci sono momenti in cui un Paese deve interrogarsi sul proprio futuro per comprendere il senso del presente. La crisi del governo Berlusconi lo impone. Sin da ora, senza attendere i tempi e le modalità del ‘gioco politico’. L’Italia versa in uno stato di abbandono, senza una reale guida capace di fronteggiare le emergenze interne, europee ed internazionali determinate dai processi di una globalizzazione senza un governo, che hanno messo in moto una crisi che non è solo i nanziaria ed economica, ma è anche politica, sociale e culturale.
La proposta di emettere Union Bonds europei, portata avanti da molti anni dai federalisti, è oggi al centro del dibattito politico europeo. Come era accaduto per la moneta europea, la proposta federalista, accolta all’inizio dal più totale scetticismo non solo dalla classe politica ma anche da economisti e giornalisti, diventa dopo la crisi il problema da affrontare.
Di fronte a molti parlamentari europei intervenuti per l’occasione, tra cui anche il Presidente Buzek, il 10 novembre 2010 è stato presentato ufficialmente al Parlamento europeo il Gruppo Spinelli. Nato nel dopo cena da una conversazione tra Guy Verhofstadt, Presidente del gruppo ALDE e convinto federalista, e Daniel Cohn-Bendit, Co-Presidente dei Verdi, il Gruppo Spinelli funzionerà come un network tra i parlamentari europei per promuovere azioni, riflessioni ed interventi dentro e fuori il Parlamento europeo con l'obiettivo di creare un’Europa federale.