Mancano poche settimane all’appuntamento elettorale europeo del 26 maggio. Complice anche il sistema proporzionale, le forze politiche europeiste hanno scelto di presentarsi separatamente, con il forte rischio di alimentare la conflittualità a scapito del consolidamento di un fronte comune contro chi chiama i cittadini al voto per “riportare al centro gli italiani”.
Negli scorsi mesi abbiamo lanciato, come MFE in Italia e come UEF in Europa, l'appello "Contro il nazionalismo, uniti per l’Europa" per far maturare una coscienza europea nel nostro Paese. Da questa base parte il lavoro per portare i temi federalisti nel confronto tra i candidati e per far sì che i futuri parlamentari arrivino a condividere una forte volontà costituente per la creazione di un’Europa sovrana, democratica, federale.
Il documento di riflessione sulla Lettera aperta di Macron ai cittadini europei approvato dal Comitato centrale del MFE del 9 marzo 2019.
L'URGENZA DI UN'EUROPA SOVRANA
L’Appello di Macron per un Rinascimento europeo chiama i cittadini, le forze politiche, la società ad unirsi nella battaglia politica per la rifondazione dell’Unione europea
“Mai dalla Seconda Guerra mondiale, l’Europa è stata così necessaria. Eppure, mai l’Europa è stata tanto in pericolo”.
E’ nell’avvio (e poi nella conclusione) che si trova il senso profondo dell’Appello che Macron ha rivolto direttamente il 5 marzo ai cittadini di tutta l’Unione, nelle loro rispettive lingue nazionali. Un messaggio che non ha precedenti nella storia europea, e che trasmette tutta la drammaticità del momento, insieme alla volontà di agire per salvare il progetto europeo, rinnovandolo.
L’apprezzamento dell’Unione dei Federalisti Europei e del Movimento Federalista Europeo per il Manifesto che il Presidente Macron presenta oggi in tutta Europa.
Francia e Germania hanno firmato un trattato bilaterale – dal nome evocativo di Trattato di Aquisgrana – per riaffermare, in continuità con quanto già fatto nel 1963 con il Trattato dell’Eliseo, la loro volontà di rafforzare i legami e approfondire l’integrazione tra i due paesi. L’ottica nazional-nazionalista con cui ormai in Italia si affrontano, e si deformano, la storia, la politica, l’attualità, ha fatto gridare molti allo scandalo.
“La vita è troppo breve per diventare un esperto dell'UE. Per questo servono i politici.” Così Simon Kuper sul Financial Times del 10 gennaio. Aver affidato al popolo la scelta su un tema così complesso come la permanenza o meno del Regno Unito nell'UE è stato un grave errore. Un gravissimo errore. Le conseguenze si sono già viste nei trenta mesi trascorsi dal voto: spaccatura dell'elettorato in due campi avversi quasi uguali, fratture insanabili all'interno dei due principali partiti, peggioramento delle condizioni economiche, prospettive future nere o nerissime. E – non dimentichiamolo – l'assassinio di una deputata in campagna elettorale: Jo Cox. Nella patria della democrazia parlamentare e liberale.
L’Euro è stato innanzitutto un progetto politico rivoluzionario, che ha messo in sicurezza l’edificio europeo nel momento in cui la fine dell’equilibrio bipolare erodeva tutti i pilastri su cui era fondata la Comunità europea. Venute meno queste fondamenta, senza il traguardo della moneta unica da perseguire, a partire dalla fine degli anni Ottanta, e senza l’Euro dalla fine degli anni Novanta, l’edificio europeo difficilmente avrebbe potuto sopravvivere nel nuovo mondo globale.
Comunicato stampa del MFE
“La decisione di ieri dell’Eurosummit di avviare la nascita di uno strumento di bilancio per l’Eurozona all’interno del Quadro finanziario pluriennale è un primo passo importante, che riconosce la necessità di strumenti ad hoc per l’area Euro per favorire la convergenza e rafforzare la competitività. Ma è solo un primo passo perché il cammino per fare dell’Eurozona il fulcro della potenza economica dell’Europa è ancora lungo”. Così Sandro Gozi, Presidente dell’Unione europea dei Federalisti commenta i risultati del vertice dei paesi Euro di ieri.
“Sicuramente la resilienza dell’Eurozona verrà accresciuta con l’adozione delle riforme cui l’Eurosummit di ieri ha dato il via libera”, interviene Giorgio Anselmi, Presidente della sezione italiana dei federalisti europei (Movimento Federalista Europeo), “ma si è scelto ancora una volta di non imboccare la strada indicata nel 2012 dal Blueprint della Commissione europea, e ripresa dal Rapporto dei Quattro presidenti, di dar vita ad una vera unione economica, che implica la creazione di un potere fiscale limitato ma autonomo a livello europeo ed un ruolo di controllo democratico da parte del Parlamento europeo”.
“Nella via indicata ieri dall’Eurosummit pesa il fatto che si sia scelto di inserire il bilancio dell’Eurozona nel Quadro finanziario multiannuale. Non solo in questo modo l’ammontare del budget è destinato ad essere poco più che simbolico, cosa che ne limita gravemente l’impatto, ma ancor di più è criticabile la scelta di confinarlo in un quadro di governance puramente intergovernativo. Siamo ancora molto lontani dalla visione proposta dalla Francia di fare dell’Eurozona il cuore e il motore di una vera sovranità europea”, conclude Luisa Trumellini, segretario generale del MFE.
Pavia, 16 dicembre 2018
Lettera del Presidente dell'Unione Europea dei Federalisti, Sandro Gozi, ai Capi di Stato e di Governo e ai Presidenti Tusk e Juncker in vista della riunione del Consiglio europeo che inizia oggi.
"Signor Presidente,
In vista della prossima riunione del Consiglio Europeo e dell’Eurosummit del 13 e 14 dicembre, desidero condividere con Lei le proposte dell'Unione Europea dei Federalisti (UEF) - di cui sono stato eletto Presidente al recente Congresso europeo a Vienna - sui principali punti all'ordine del giorno del Consiglio europeo..."
L’accordo per la creazione di un bilancio ad hoc per l’Eurozona, reso pubblico venerdì scorso dai Ministri delle Finanze di Francia e Germania, e portato nel Consiglio ECOFIN ieri, lunedì, ha il pregio di sbloccare l’immobilismo tedesco e di non lasciare totalmente inascoltate le proposte della Francia. E’ un piccolo passo (“Baby steps on Eurozone reform”, come titola il Financial Times) che ha il pregio di rompere uno stallo che sembrava destinato a paralizzare ogni ipotesi di riforma e rafforzamento dell’Unione monetaria e della zona Euro.