I federalisti europei chiedono al Parlamento europeo di proporre una modifica dei Trattati, per riformare il sistema delle risorse proprie dell'UE. E’ necessario dotare l’Unione europea di una competenza fiscale, abolendo il duplice diritto di veto degli Stati in materia di risorse dell’Unione sia all’interno del Consiglio, sia tramite le ratifiche nazionali. Solo in questo modo diventa strutturalmente sostenibile l’emissione di debito europeo.
La creazione di una competenza fiscale dell’Unione europea è anche un passaggio indispensabile per la creazione di una vera unione politica.
70 anni fa con la sua Dichiarazione, Robert Schuman annunciava all’Europa e al mondo la nascita di una Comunità radicalmente nuova nei principi che la ispiravano e la guidavano. Era l’avvio del primo processo democratico di unificazione di Stati sovrani.
Oggi l’Europa è più minacciata dalla guerra ma da un pericolo, la cui drammaticità non mette meno a rischio la sua coesione e il suo futuro. Per far uscire l’Unione europea dai riti paralizzanti dei meccanismi intergovernativi, oggi, come nel 1950, è giunto il momento di aprire il dibattito e di fare proposte concrete per far emergere l’interesse comune europeo e riprendere il cammino verso l'obiettivo delineato da Schuman di una Federazione europea.
Nel giorno della Festa dell'Europa, oltre 100 parlamentari, amministratori locali e altre personalità della politica hanno voluto testimoniare il loro impegno per l'unità politica dell'Europa .
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Dichiarazione congiunta MFE, Movimento europeo Italia, AICCRE e GFE, 4 maggio 2020:
In vista del Consiglio europeo del 23 aprile e delle importanti decisioni che sono all’ordine del giorno, il MFE ha preparato un breve Memorandum indirizzato al Presidente del Consiglio Conte che ha come primi firmatari anche l’on. Tabacci per l’Intergruppo federalista alla Camera e il Sen. Nannicini. In queste ore è inoltre in corso la raccolta di adesioni tra i parlamentari, che renderemo pubblica prima di martedì.
Il Movimento Federalista Europeo saluta con sollievo la conclusione raggiunta dai Ministri delle finanze dell’Area Euro e la risposta unitaria e consistente alla crisi che ne scaturisce. Tuttavia, ritiene altrettanto importante valutare tali misure anche nel medio periodo, per capire se, oltre ad offrire una soluzione immediata all’emergenza, aprono anche la via a quel rafforzamento strutturale dell’Unione europea, dei suoi strumenti di intervento comuni, della sua capacità di azione che la gravità del momento rende indispensabile.
In momenti come questo di grande emotività ed anche di irrazionalità, notizie false, distorsione dei fatti, è opportuno anzitutto far chiarezza su quel che è stato fatto finora dalle Istituzioni europee per rispondere alla doppia crisi, sanitaria ed economica. Senza nascondere qualche errore e soprattutto i limiti imposti dai Trattati all'azione dell'Unione. E' quanto cerca di fare in questo video di 18 minuti Giorgio Anselmi, Presidente del Movimento Federalista Europeo.
Il Movimento federalista europeo, nelle persone del Presidente e del Segretario nazionali, ha sottoscritto l'appello promosso da Roberto Castaldi e Daniel Innerarity.
L'appello è stato firmato, già il primo giorno, da oltre 400 personalità europee, tra cui Romano Prodi, Enrico Letta, José Luis Rodríguez Zapatero, Pascal Lamy.
Sul sito del CesUE è possibile sottoscrivere l'appello e consultare la lista aggiornata delle adesioni.
Comunicato del MFE
Il dramma umanitario che si sta consumando in questi giorni al confine tra Grecia e Turchia mette di nuovo gli europei di fronte alla questione irrisolta della (non) gestione dei flussi migratori e alle sue terribili conseguenze.
Cinque anni fa, i governi nazionali europei, incapaci di gestire in modo unitario l’emergenza generata dagli ingenti flussi di rifugiati che dalla Turchia si riversavano in Grecia e lungo la rotta balcanica, hanno sottoscritto un accordo con la Turchia di Erdogan, esternalizzando le pratiche di accoglienza o respingimento dei rifugiati. L’UE e gli Stati membri sono stati disposti a spendere miliardi di euro e a fingere di non vedere la precarietà e le conseguenze di questo accordo, pur di non farsi carico del problema. Questa soluzione ha così concesso alla Turchia un'arma di ricatto nei confronti dell’Unione europea, mettendo a nudo il prezzo che gli Europei pagano, in termini morali e politici, per il fatto che l’Unione continua ad essere ostaggio degli interessi nazionali dei suoi Stati membri.
In questi cinque anni gli Stati membri non sono riusciti a fare neanche un minimo passo per superare questa situazione: né per creare gli strumenti necessari ad affrontare congiuntamente una nuova ondata migratoria, né per porre le basi di una politica estera unica in grado di dare all’Europa la capacità di agire per risolvere le crisi ai suoi confini e di essere un attore globale in grado di affermare concretamente i valori della libertà e dei diritti umani. Proprio perché continua a fondarsi sullo strapotere dei governi nazionali all’interno del Consiglio, l’UE arriva al punto di sconfessare sia i propri Trattati (che affiderebbero all’Unione la facoltà di sviluppare una politica comune in materia di diritto di asilo, norme per l’accoglienza dei richiedenti asilo e protezione sussidiaria - artt. 77-79 del TFUE), sia i propri valori fondativi, alimentando la deriva securitaria e venendo meno al dovere del rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale. Le forze nazionaliste non potrebbero sperare in un regalo migliore.
Chi oggi critica l’Europa, anche in buona fede, chiedendo “che faccia qualcosa”, “ che batta un colpo”, dovrebbe pertanto ricordare che è difficile agire senza avere il potere di decidere, o gli strumenti per intervenire. E’ ora di capire che non serve criticare l’Europa perché non fa, ma serve cambiarla perché possa fare. Questo è il senso della Conferenza sul Futuro dell’Europa che si appresta ad essere varata: dovrà essere l’occasione per aprire una stagione costituente e per dare all’Unione gli strumenti necessari per affrontare con responsabilità quelle sfide a cui oggi assistiamo inermi.