Cari Amici e care Amiche,
Alcuni aggiornamenti in vista della manifestazione del 15 a Roma.
Abbiamo costituito un gruppo whatsapp di coordinamento con rappresentanti dei gruppi regionali che stanno organizzando i pullman, che serve a condividere informazioni logistiche e anche materiale (come i volantini per il pullman - grazie a Verona che ha già fissato un programma e aperto le adesioni). Sono presenti il Piemonte, la Liguria, la Lombardia, il Veneto, l’Emilia Romagna, Firenze /Toscana. Simone Cuozzo e Paolo Acunzo da Roma monitorano e ci aggiornano direttamente nel gruppo sulla situazione logistica e politica.
Al momento ci hanno potuto riferire che il Comune di Roma (per volontà del Sindaco Gualtieri, con cui hanno contatti diretti), si occupa della logistica - e quindi riceveremo da lì le istruzioni per il pullman e il raduno; mentre sul comitato organizzatore ci sono ancora solo ipotesi. Anche altre sezioni in Lazio stanno però usando i loro rapporti politici per cercare di prendere contatto.
Questa sostanziale distanza che il comitato tiene rispetto ai partiti sembra rendere la partecipazione attiva di alcune forze politiche meno convinta. La cosa si traduce in un forte moltiplicarsi di manifestazioni cittadine, più controllate dalle forze politiche rispetto alla manifestazione di Roma, che rischiano di indebolire il successo della piazza di Roma su cui si concentrerà l’attenzione e il giudizio. Alcune considerazioni sintetiche in merito:
- Le sezioni che hanno una distanza da Roma che rende possibile la partecipazione con tempi e costi ragionevoli - soprattutto laddove si organizzano dei pullman - dovrebbero cercare non solo di andare a Roma, ma di promuovere attivamente in città (anche con l’amministrazione e le forze politiche, sociale e le associazioni) la partecipazione su Roma. In questo i federalisti possono fare davvero la differenza. Sappiamo che dove i federalisti si impegnano e - ovviamente - trovano anche terreno sensibile, i risultati arrivano, e abbiamo esempi concreti. Tenete davvero conto che il successo o meno di una mobilitazione per l’Europa si valuterà soprattutto dalla riuscita della piazza a Roma, e solo molto secondariamente da quella delle manifestazioni diffuse.
- Le polemiche sbagliate che stanno dividendo le forze politiche dell’opposizione in merito alla manifestazione in questi giorni ed ore rischiano di indebolire la partecipazione o di creare manifestazioni concorrenti. È pericoloso, e rafforza e giustifica le posizioni ambigue o contrarie delle forze di governo. Anche qui i federalisti hanno un ruolo chiaro, e ritorna plasticamente (e forse se ne chiarisce ancora meglio ed empiricamente l’importanza) quanto si è sempre cercato di ribadire, nella formazione dei militanti e nella elaborazione delle nostre posizioni politiche: battersi per l’unità politica federale dell’Europa vuol dire battersi per creare le condizioni necessarie per poter fare le battaglie politiche che si ritengono giuste. Senza Europa - e stupisce che l’assonanza con le posizioni di Salvini non risvegli nessuno dall’altra parte - non solo non esiste la pace, ma possiamo solo dare il via libera a Trump (e Putin, dato che ormai sono la nuova santa alleanza). Senza reagire uniti come Europei non ci sarà libertà, democrazia e nessun progresso sociale e civile per nessuno. Quando ci sarà l’Europa unita le forze si misureranno sulla base della dialettica democratica; ma oggi questa pseudo-dialettica ricorda in versione litigiosa il ballo del Titanic che si dirigeva contro l’iceberg. Le divisioni interne al campo progressista e le disastrose acrobazie che ne conseguono ricordano i momenti peggiori della storia della nostra democrazia, spesso caduta nella trappola di questa divisioni miopi. Questo è il messaggio che i federalisti sanno e possono veicolare meglio. La piazza non avrà colore politico, solo la richiesta di rafforzare l’Europa politica; dovranno potersi ritrovare sensibilità diverse, unite dalla consapevolezza che l’Europa è e resta comunque un valore in sé perché porta per sua essenza (l’Europa federale) valori e progettualità per l'emancipazione di tutta l’umanità; e quindi le forze devono unirsi per costruirla. In quel quadro i partiti e la società civile potranno poi schierarsi e dividersi in base alle diverse priorità che riterranno l’Europa dovrà avere. È un discorso che una volta, quando era assodata l’unità delle forze parlamentari attorno alla Costituzione della Repubblica e si era ancora memori dell’esperienza del CLN durante la Resistenza, era più diffuso e più facile da capire. Oggi, in una società polarizzata e con una politica preda di estremismi e populismi, è più difficile far capire questo concetto; ma è propio per questo che il nostro compito è quello di saper difendere e diffondere questo messaggio.
- Anche il Consiglio europeo straordinario di domani e le proposte che la Commissione farà per i finanziamenti sulla difesa, per cercare di stimolare la reazione europea di fronte all’emergenza sicurezza (proposte avanzate nel quadro già fissato nelle precedenti riunioni dal Consiglio Europeo e che poi si scontrano con la necessità di trovare la sostanziale unanimità), stanno creando in Italia (molto più che in altri Paesi o a livello europeo) reazioni che in realtà guardano molto di più ai problemi della politica interna, che non alla realtà dei fatti. Si contrappone alle proposte della Commissione la richiesta di una difesa europea (tralasciando chi vorrebbe che l’Europa si disarmasse in questo momento); la rivendicazione è ovviamente giusta, ma in questo contesto è totalmente astratta. Gli Stati hanno la competenza sulla difesa; sono loro, non la Commissione, che stanno scegliendo il modello “NATO” per l’Europa. In parte in questo momento di emergenza non riescono a fare altro; e infatti gli Stati più attivi devono stringere accordi anche con i Paesi NATO extra UE perché la situazione è tragica: Resta chiaro comunque che per avviare un primo embrione di difesa comune è necessario che alcuni Stati dentro l’UE si facciano portatori di un’iniziativa di avanguardia. Per questo serve avere almeno un governo tedesco che si muove con la Francia in questa direzione (cosa che al momento non c’è, ma che auspichiamo avvenga a breve), e non è la Commissione che può farlo. Al di là dei difetti delle proposte e dei miglioramenti che potranno essere apportati, il problema vero negli interventi della Commissione sono i limiti che ha la sua azione oggi; e per questo, il difetto di gran lunga maggiore di queste proposte che intende presentare è quello di non essere accompagnate dall'invito agli Stati a prendere in considerazione la necessità di riformare i Trattati per dotare l’UE di poteri e competenze necessari per fare davvero una difesa europea, che solo così non resterebbe prigioniera degli interessi e delle decisioni “sovrane” dei singoli Stati e sarebbe enormemente più forte e credibile.
Ancora una volta quindi l’invito è a intervenire nel dibattito e ad agire per mobilitare le forze, usando l’occasione offerta da questo appello lanciato da Michele Serra per far emergere i nodi cruciali della battaglia per l’Europa unita e federale e cercare di far crescere il consenso consapevole.
Per quanto riguarda le sezioni troppo distanti per poter essere a Roma con uno sforzo ragionevole, l’invito è di applicare in città gli stessi criteri. Ho già avuto comunicazioni in particolare dalla Sicilia e dalla Sardegna, e anche altre sezioni stanno riflettendo sulla scelta da fare.
Rinnovando l’invito prediligere Roma, a tutti consigliamo comunque di tenere aggiornata la segreteria, per poter dare unitarietà alla presenza federalista e condividere la mobilitazione. Torneremo comunque ancora anche su questo per cercare di coordinarci al meglio.
Buon lavoro a tutti,
Luisa Trumellini