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Nella sua lettera ai parlamentari il Presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy annuncia che entro la fine dell’estate, insieme alla Cancelliera Merkel, avanzerà delle proposte su come strutturare il governo economico dell’Europa (http://www.elysee.fr/president/les-actualites/communiques-de-presse/2011/zone-euro-finances-publiques-la-lettre-du.11797.html). Il problema è urgente, secondo Sarkozy, in quanto, come si legge dalla sua lettera, al di là dei progressi compiuto  “la question fondamentale reste celle de la gouvernance de la zone euro, c'est-à-dire de sa capacité à agir avec rapidité et efficacité. L'organisation institutionnelle de la zone euro doit y répondre”.

Ma quale sarebbe il quadro entro il quale costruire questa organizzazione istituzionale? Ecco come si esprime il Presidente della Repbblica francese: “La conviction que j'ai exprimée à de multiples reprises est que nous devons doter la zone euro d'un véritable gouvernement économique, dont la réunion au sommet des États doit être l'élément central : lui seul peut définir une stratégie économique commune assurant la cohérence des politiques des États membres. L'idée contestée il y a encore quelques mois a fini par s'imposer. Mais il nous faut désormais structurer les travaux de ce gouvernement économique”. E precisa: “Il ne s'agit pas, bien évidemment, de fondre les budgets et les ministères en un seul et même monstre technocratique, ce serait artificiel, illusoire et même dangereux. Il s'agit de tirer pleinement les conséquences de l'interdépendance croissante qui existe entre nos pays. Pour cela nous devons désormais déterminer ensemble nos politiques économiques afin de renforcer notre convergence et notre compétitivité au service de notre prospérité commune”. Ebbene, che cosa c’è di diverso in queste proposte rispetto a quanto esiste già? L'esperienza non ha ormai chiaramente dimostrato che l'ostacolo sulla strada dell'acquisizione di una vera capacità decisionale è il metodo della cooperazione intergovernativa in quanto tale? Che questa prenda la forma dell'Europa a geometria variabile o dell'Europa à la carte o dell'esortazione a cooperare di più nell'attuale quadro, non cambia assolutamente nulla. Il problema è un altro. Si tratta di far maturare, all'interno dell’Eurozona, la volontà di superare il metodo della cooperazione intergovernativa quale che sia la sua forma, cioè di creare un vero e proprio nucleo federale sul piano politico, economico e fiscale (dove deve essere ben chiaro, in considerazione della tendenza di molti uomini politici a dare alle parole significati arbitrari, che un "nucleo federale" non può essere altro che una federazione, uno Stato federale). La Francia, la sua classe dirigente, sono disposte a percorrere questa strada? Gli altri paesi e le loro rispettive classi politiche, sono disposte a fare altrettanto? Le forze politiche, sindacali ed i movimenti della società civile dei vari paesi, sono pronti a mobilitare l’opinione pubblica per sfidare le istituzioni nazionali ed europee a dotare l’Europa dei mezzi necessari per affrontare la crisi e rilanciare lo sviluppo, la crescita e l’occupazione? Se la risposta a queste domande sarà sì, allora un rilancio del progetto europeo è possibile. Se la risposta sarà ni o più apertamente no, saremo alla solita aria fritta europea.

  


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