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Al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi - Al Ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan - Al Sottosegretario di Stato, Sandro Gozi

Signor Presidente, Signor Ministro, Signor Sottosegretario

il confronto in corso tra i 18 paesi dell’eurozona e la Grecia rischia di far ripiombare l’unione monetaria in una nuova e più profonda crisi di credibilità, con tutto quello che questo implicherebbe in termini di aggravamento della situazione economica e di erosione del consenso politico a livello europeo e nazionale. Bisogna uscire dalla logica da guerra del Peloponneso, che peraltro i greci dovrebbero ben conoscere, che sancirebbe la sconfitta di tutti: accettare le condizioni del governo greco significherebbe sfasciare l’eurozona; imporre alla Grecia la legge del più forte, abbandonandola al suo destino, senza procedere sulla strada dell’unione, significherebbe sprecare quanto fatto sinora per salvare l’euro.

In questo quadro, il MFE condivide quanto ha detto il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco: non si tratta di fare o di non fare concessioni ai greci, ma di rilanciare il progetto politico europeo. Perciò riteniamo che il governo italiano debba prendere urgentemente l’iniziativa di porre in chiave europea e non di mero negoziato con il solo governo greco, il rilancio del tema degli accordi contrattuali. Tema che era esplicitamente inserito nella prima bozza del negoziato fallito il 12 febbraio, e che successivamente è  stato solo accennato nel secondo negoziato, anch’esso fallito, del 16 febbraio. Il problema, a nostro avviso, è infatti quello di collegare esplicitamente la definizione degli accordi contrattuali da stipulare tra singoli paesi ed istituzioni europee, con la creazione di un fondo di solidarietà ad hoc controllabile democraticamente a livello di eurozona.

Non bisogna rassegnarsi al fatto che oggi non c’è il consenso necessario per procedere speditamente sulla strada dell’unione federale, l’unica unione che, in ultima istanza, consentirà agli europei di uscire dalle contraddizioni che derivano dal fatto di aver creato una moneta senza Stato. Occorre preparare il terreno ed il clima indispensabili per procedere in quella direzione, altrimenti il tempo lavorerà sempre più nel senso della disgregazione economica e politica del continente. Nell’immediato bisogna rendere credibile la possibilità di creare delle istituzioni e dei meccanismi che vadano nel senso del consolidamento dell’unione monetaria: al di là del Piano degli investimenti del Presidente Juncker e del QE promosso dalla BCE, lungo le linee prospettate dall’Analytical note presentata sempre dal Presidente Juncker all’ultimo vertice europeo. In concreto si tratta di dare il segnale:

- ai cittadini europei della solidarietà europea, per esempio con l’istituzione di ammortizzatori sociali europei, come la Eurozone Unemployment Insurance;

- al mercato che c’è una guida anche a capo dell’economia reale e non solo di quella monetaria, promuovendo a livello dell'Eurozona dei progetti di investimento gestiti dalla Commissione europea in base a priorità europee.

Questo implicherebbe istituire un capitolo specifico nel bilancio UE per l’eurozona plus che potrebbe attivare un Meccanismo Europeo di Solidarietà, al di fuori dei vincoli del Quadro Finanziario Pluriennale.

A questo proposito mi permetto di segnalarvi il breve paper (nella sua versione inglese) che è stato diffuso qualche mese fa a proposito dell’istituzione di UN “MECCANISMO EUROPEO DI SOLIDARIETÀ” PER I CITTADINI EUROPEI.

Con ossequio

Franco Spoltore

Segretario nazionale MFE

Pavia 17 febbraio 2015

  


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