Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). E' possibile scegliere se consentire o meno i cookie. In caso di rifiuto, alcune funzionalità potrebbero non essere utilizzabili.

Informazioni
Logo MFE

  

Nota della presidenza del MFE inviata agli esponenti politici in occasione delle comunicazioni del Presidente Meloni alle Camere in vista della riunione del Consiglio Europeo del 20 marzo.

Testo della nota  in formato PDF →


L’aggressione e l’umiliazione che gli Europei stanno subendo da parte dell’Amministrazione Trump non lascia spazio a dubbi e congetture. È in atto un duplice attacco: alla sicurezza europea, diventata solo un fardello per Washington, che non ha problemi a spartirsi con Putin pezzi del nostro continente, a partire dall’Ucraina; e alla democrazia, considerata anch’essa un ostacolo rispetto al progetto di una nuova internazionale autocratica e populista.

Per l’Europa, è tornata l’ora più buia; e questa volta non ci sono salvatori da chiamare in soccorso. L’Europa può contare solo su sé stessa e deve scegliere se restare inerte e così lasciarsi distruggere, o se reagire.

Reagire vuol dire costruire un potere europeo in grado di rendere l’Europa capace di agire. La strada da percorrere è stata indicata con chiarezza, a partire dalla Conferenza sul futuro dell’Europa e dallo stesso Parlamento europeo con la sua risoluzione del novembre 2023. La evidenziano anche i rapporti Niinistö e Draghi, che spiegano che occorre dare priorità alla costruzione di strategie esaustive e coerenti, che necessitano una forte capacità di azione comune. Ora non restano ulteriori margini di tempo, ed è necessario avviarsi su una strada che porti in quella direzione.

In questo momento la Commissione europea ha fatto un primo passo importante con la proposta del ReArm Europe Plan, ma ora molto è ancora da fare concretamente, e la Commissione ha un margine d’azione circoscritto al mandato che le conferiscono di volta in volta i 27 Stati membri. Sono infatti gli Stati membri l’unica fonte primaria del diritto e del potere in Europa, ed è proprio la pretesa di mantenere una sovranità anacronistica, che include il diritto di veto sulle questioni strategiche, a impedire un’azione collettiva efficace. 

Servono pertanto iniziative che indichino la volontà di superare i limiti del quadro giuridico e politico che regola la politica e il funzionamento dell’Unione. In particolare oggi, nell’ambito della sicurezza, dato che l’Europa si trova di fronte all’urgenza di offrire garanzie di sicurezza all’Ucraina, proprio gli insuccessi e i limiti degli approcci settoriali tentati sinora nel campo della difesa mostrano i limiti delle iniziative intergovernative e la necessità di un cambio radicale nelle scelte politiche in questo settore. È tempo che i Paesi europei che intendono mobilitarsi per garantire l’Ucraina si pongano l’obiettivo di avviare la nascita di una forza multinazionale europea.

Lo strumento possibile a Trattati esistenti, senza rompere il quadro dell’Unione europea è la Cooperazione strutturata permanente (PESCO). Se la volontà politica è quella di iniziare a costruire una sicurezza e una difesa europee autonome, che includano gli strumenti decisionali per elaborare una strategia collettiva e quelli finanziari per la mobilitazione delle risorse finanziarie necessarie, con questo strumento ci sono margini di azione efficace.


Una proposta per avviare una PESCO come primo passo verso una difesa europea (ex Art.42.6 e 46 TUE):

Il gruppo degli Stati membri dell’UE parte della coalizione dei volonterosi che si sta riunendo ed organizzando in queste settimane, notifichino al Consiglio e all’Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza l’intenzione di avviare una cooperazione strutturata permanente volta all’istituzione di una forza multinazionale europea.

Nell’ambito della PESCO gli Stati partecipanti dovranno prevedere la possibilità che:

  • le decisioni siano prese a maggioranza degli Stati partecipanti,
  • che vengano attribuiti poteri esecutivi e di mandatario degli Stati partecipanti alla Commissione o all’Alto Rappresentante
  • che al Parlamento europeo siano attribuiti poteri di controllo politico esercitabili attraverso la valutazione di relazioni annuali sull'attuazione della PESCO;

Per quanto riguarda il finanziamento, la forza multinazionale europea dovrebbe beneficiare di una parte degli introiti del previsto prestito europeo di 150 miliardi di euro contenuto nel piano presentato da Ursula von der Leyen. Sarà necessario inoltre prevedere la creazione di un nuovo fondo europeo per la difesa, finanziato con l'emissione di debito garantito dai bilanci nazionali dei Paesi partecipanti (vari modelli possibili: MES, EFSF, Intergovernmental Agreement on the Single Resolution Fund). Il fondo servirà a finanziare l'ammodernamento degli eserciti dei paesi partecipanti, nonché i progetti industriali coordinati a livello di PESCO.

L’iniziativa della PESCO non è ancora una difesa europea federale, per cui servirà una riforma dei Trattati che permetta di attribuire a Commissione e Parlamento europeo nuove competenze e poteri, a partire da quello fiscale, e abolire la regola dell’unanimità nei settori strategici, incluso nella politica estera. Solo dopo questo passaggio fondamentale, ci sarà una vera capacità di governo federale a livello europeo, ipotizzando anche la strutturazione su diversi livelli di integrazione attorno ad un nucleo federale, in base alla volontà politica degli Stati membri. Se però un gruppo di Stati avrà la capacità politica di costruire questo primo nucleo integrato, potrà aprire la strada per l’unione politica federale.

 

  


Segreteria nazionale

Via Villa Glori 8 - 27100 Pavia
C.F. 80010170183 - Tel.: 0382 530045 - Email: mfe@mfe.it

© Movimento federalista europeo 2024