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Un fatto è certo. L’euro e l’Europa non si salveranno se si darà ascolto agli apprendisti stregoni. Questi sono oggi di due tipi: gli “esperti” economisti che pretendono che si creda a tutte le elucubrazioni che propinano parlando ex cathedra; i politici che giocano apertamente e spudoratamente la carta nazionalista.

Alla prima categoria sembra appartenere, salvo smentite, Hans-Werner Sinn, uno dei più celebri economisti tedeschi, direttore dell’IFO, che sostiene con nonchalance la necessità dell’uscita della Grecia dell’euro, evocando scenari da Germania 1929-1933 (come se da quella crisi la Germania e il mondo ne fossero usciti senza drammi!).  Alla domanda della giornalista di Le Monde, “L'euro est-il viable à long terme?”, così risponde Sinn: “Pour moi, l'euro et l'eurozone sont indispensables, parce qu'ils concourent à une plus grande intégration de l'Europe, et j'espère que ces problèmes ne sont que passagers. La question, aujourd'hui, est la suivante : veut-on multiplier les programmes d'aide ou veut-on faire appel à la responsabilité des Etats ? Pour moi, il faut autoriser la compétition à l'intérieur de l'eurozone, tout en ayant un outil d'aide en cas d'urgence. On a besoin d'un système de spreads [taux différentiels] qui reflète la vraie capacité des Etats à rembourser leurs créances afin qu'ils soient incités à limiter leur endettement. Si, comme le soutiennent certains, on met en commun les dettes et crée des "eurobonds", on crée un système qui pousse à l'irresponsabilité”. Dunque tutto dipenderebbe dalla responsabilità degli Stati, e dalla sua capacità di prevedere un dolce futuro (si veda la risposta alla domanda “Combien de temps durerait cette sortie de la Grèce de la zone euro ?” – Risposta: “On peut imaginer qu'après la dévaluation, le pays n'ait besoin que de quelques années pour retrouver sa compétitivité. Un retour dans l'eurozone se ferait sur la base du nouveau taux de change”). "Sortir de l’euro permettrait à la Grèce de repartir", Le Monde 15-07-11

http://abonnes.lemonde.fr/economie/article/2011/07/15/sortir-de-l-euro-permettrait-a-la-grece-de-repartir_1549023_3234.html#ens_id=1268560

Alla seconda categoria si è invece iscritto il ministro olandese Jan Kees de Jager, giudicato da alcuni suoi stessi colleghi un apprendista stregone, che cavalca il populismo (Il est en train de devenir "le ministre des finances le plus difficile" au sein de l'Eurogroupe, commente un haut fonctionnaire bruxellois. Son collègue belge, le libéral Didier Reynders, n'hésite pas à le décrire comme "un apprenti sorcier". Inconnu sur la scène européenne il y a quelques mois, le chrétien-démocrate néerlandais Jan Kees De Jager, 42 ans, assume sans trop de complexe sa réputation de boutefeu. Il semble même en profiter : aux Pays-Bas, il est l'un des ministres les plus populaires de la coalition de droite dirigée par Mark Rutte, L'"apprenti sorcier" Jan Kees de Jager, partisan de la ligne dure à l'Eurogroupe, Le Monde 15-07-11, http://abonnes.lemonde.fr/economie/article/2011/07/15/l-apprenti-sorcier-jan-kees-de-jager-partisan-de-la-ligne-dure-a-l-eurogroupe_1549102_3234.html#ens_id=1268560). Certo, finora non ha potuto giocare fino in fondo il suo ruolo di estremo difensore degli interessi olandesi, ma è ben servito alla vigilia dei momenti decisivi per aprire la strada ai sostenitori di soluzioni nazionali piuttosto che europee alla crisi (Souvent allié à l'Allemagne et à la Finlande avant les moments décisifs, il a bien dû constater que Berlin finissait toujours, jusqu'ici du moins, par faire primer l'intérêt européen. Peu sensible à cette notion, M. De Jager a toutefois évité de se retrouver seul désigné comme le fauteur de troubles. Il est donc à chaque fois rentré dans le rang").

In questa situazione non basta augurarsi ogni volta che, nei momenti cruciali, la Germania e la Francia e gli altri paesi dell’eurozona facciano la scelta più europea possibile compatibilmente con la conservazione delle loro sovranità nazionali in campi cruciali: questa è in definitiva la ricetta degli apprendisti stregoni, cioè la ricetta del medico che spera di salvare il paziente gravemente malato con continui salassi. Bisogna tenere sul campo la prospettiva del salto federale e della mobilitazione popolare sul terreno europeo, mettendo le classi politiche, i governi nazionali, le istituzioni (nazionali ed europee) le stesse opinioni pubbliche davanti alle proprie responsabilità. Proprio perché come ben spiega Ulrike Guérot, questo è il problema irrisolto da quando alcuni Stati hanno deciso di dar vita alla moneta unica pensando di potersi fermare lì (si veda in proposito "Angela Merkel veut le moins d'Europe possible" (http://bruxelles.blogs.liberation.fr/coulisses/2011/07/angela-merkel-veut-le-moins-deurope-possible.html). Insomma, è tempo di vera politica europea, non di alchimie da apprendisti stregoni!

  


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