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Secondo Beda Romano (IL SOLE 24 ORE, VERTICE UE STRAORDINARIO SULLA GRECIA - pag.17, 16-07-11), la ritrosia tedesca ad accettare di percorrere soluzioni europee più coraggiose, ritrosia ribadita ieri dal ministro Schauble sul Westdeutsche Allgemeine Zeitung in vista del prossimo vertice convocato per salvare la Grecia, nasce prima di tutto dalla consapevolezza del Governo tedesco che “l’Unione europea è ancora una confederazione di Stati sovrani, non una vera e propria federazione”. Da qui l’opposizione tedesca all’idea di creare obbligazioni europee (eurobonds): “Sarebbe un errore in questa situazione” ha ribadito Schauble per conto del governo tedesco.

Purtroppo da queste consapevolezze il Governo tedesco non sa trarre nessuno spunto per lanciare un’iniziativa politica in grado di offrire un’alternativa al semplicistico e crescente desiderio dell’opinione pubblica tedesca di far pagare chi si indebita (secondo l’ultimo sondaggio ZDF il 47% dei cittadini tedeschi sarebbe favorevole all’uscita della Grecia dall’euro). Peccato che, come incidentalmente l’articolo di Romano mostra citando dati Eurostat, il 70% del debito pubblico dell’area euro fa capo, nell’ordine a Germania, Italia e Francia (la Grecia pesa per appena il 4%). I partiti politici ed i sindacati italiani hanno una grande responsabilità nel ricordare ai cugini partiti e sindacati tedeschi, che appartengono alle loro stesse famiglie e organizzazioni europee, che se il problema è quello di fare una federazione e di mobilitare l’opinione pubblica sul terreno della creazione di risorse europee autonome ed adeguate per far fronte alla crisi e rilanciare lo sviluppo, bisognerebbe occuparsene davvero, e non sostenere ambigue diagnosi e prognosi della situazione che alimentano la disgregazione e la divisione dell'Europa.

 

  


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