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Signor Presidente,

il Suo discorso alla Humboldt di Berlino l’1 luglio scorso è per i federalisti europei una conferma del fatto che Lei è uno dei pochi leader europei che sente con maggior acutezza la necessità di dare un nuovo impulso al processo di unificazione europea e di far tornare l’Europa alla grande politica ed alle grandi visioni. Un atteggiamento questo che non solo condividiamo ma che, per quanto è in nostro potere, cerchiamo di promuovere ed appoggiare attivamente in Italia ed in Europa.

 

Il problema è come tradurre la visione di un’Europa capace di leadership internazionale e di garantire ai propri cittadini un futuro di progresso in iniziative politico-istituzionali, senza le quali è impossibile superare l’ostacolo dello status quo integovernativo, che trasforma ogni atto che dovrebbe essere di governo europeo in un negoziato estenuante tra Stati.

Nel Suo discorso a Berlino Lei ha opportunamente evocato quanto andrebbe al più presto realizzato: per esempio un bilancio aggiuntivo dell’eurozona, un fondo contro la disoccupazione, un fondo monetario europeo. Ed ha insistito sulla necessità per l’Europa di seguire una terza via rispetto a quelle ormai battute con poco successo della promozione dell’austerità o del perseguimento di irresponsabili politiche economiche e finanziarie a livello nazionale in un contesto che, anche a seguito dell’avvio dell’unione monetaria, è diventato di crescente interdipendenza.

È su questo aspetto che vorremmo attrarre brevemente la Sua attenzione.

L’Europa e l’Italia corrono un pericolo. È in corso un processo di ridefinizione del quadro istituzionale dell’Unione europea, dell’Unione economica e monetaria e delle relazioni tra le due Unioni. Ben noti fattori interni europei, oltre che esterni, spingono potentemente in questa direzione. Ma il germe che, sviluppandosi a partire dall’unione monetaria, potrebbe darci un nucleo di unione politica capace di governare l’euro e, nel contempo, di porre le basi per un governo di quelle politiche necessarie per rendere l’Europa capace d’agire anche nel campo della politica estera e della sicurezza rimane ancora troppo debole.

La questione si pone in termini piuttosto semplici: bisogna promuovere delle politiche europee; ma non si riesce a farlo perché non esistono le istituzioni europee sovranazionali adeguate per promuoverle e governarle. Per crearle occorrerebbe riportare al centro dell’agenda europea la realizzazione in tempi ravvicinati e certi degli obiettivi dell’unione fiscale, di quella economica e di quella politica dell’eurozona. Bisognerebbe cioè porre la questione di avviare le riforme istituzionali indispensabili per garantire effettivi poteri di governo a livello dell’Eurozona e poteri di controllo democratico al Parlamento europeo, in collegamento con quelli nazionali, fissando il calendario del completamento della piena unione politica. L’alternativa è chiara: è la disgregazione dell’Europa e dei nostri paesi, perché la situazione attuale gioca a favore delle forze populiste e di quelle che vogliono disgregare. Come Lei ha opportunamente osservato nel suo discorso alla Camera alla vigilia dell’ultimo vertice europeo, non è più tempo di una “manutenzione dell’esistente”, come invece si è limitato a proporre l’ultimo rapporto dei 4+1 Presidenti.

Ancora una volta, nella storia del processo di unificazione europea, entra in gioco il fattore tempo. Come ricordava Luigi Einaudi negli anni Cinquanta, quando temeva ormai la caduta della CED, ogni operazione storica ha il suo tempo, al di là del quale tutto è perduto. Altrimenti, in ogni caso, vengono rimessi in discussione il quadro in cui agire, i mezzi da usare, gli obiettivi da perseguire e gli stessi uomini chiamati a gestire una certa fase delle vita politica.

Queste sono le ragioni che stanno alla base del rilancio della Campagna per la federazione europea da parte del MFE, di cui Le allego le due petizioni che utilizzeremo.

Confidando nel Suo impegno per continuare la battaglia per costruire l’unità politica europea e ringraziandoLa per l’attenzione, con i sensi della più alta stima

 

Giorgio Anselmi – Presidente nazionale

Franco Spoltore – Segretario nazionale

4 luglio 2015

  


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